Nel 2024, il settore fintech ha affrontato un periodo difficile, con molte incertezze legate all’economia e alle normative. Tuttavia, alcuni segnali suggeriscono che le prospettive stiano migliorando, almeno nel 2025. I tagli ai tassi di interesse, la risalita dei titoli tecnologici finanziari e l’aspettativa di una deregulation con la seconda amministrazione Trump, stanno creando un contesto più favorevole per le startup.
Negli anni successivi alla pandemia di Covid-19, molte startup fintech hanno beneficiato di un afflusso massiccio di investimenti, crescendo rapidamente e conquistando settori come i pagamenti, i prestiti e i pagamenti al dettaglio. Con il calo degli investitori disponibili ad investire soldi, però, alcune aziende hanno dovuto ristrutturarsi, tagliando i costi e concentrandosi su meno prodotti da offrire.
Questi cambiamenti hanno portato a una stagnazione nelle attività di fusione e acquisizione, un rallentamento della crescita e un clima che molti hanno definito come “inverno fintech.” Nonostante ciò, per il 2025 gli esperti del settore, consultati dal PuntoEconomico.it mostrano ottimismo, prevedendo che nuove tecnologie come le stablecoin guideranno una ripresa.
Regole più facili
Il recente fallimento di Synapse Financial Technologies – un servizio BaaS ovvero una sorta di white label con cui le banche vendevano i loro servizi a soggetti terzi (apertura conti, emissioni carte etc) ma sotto il marchio di un intermediario -, ha sollevato molte domande sulla sicurezza delle partnership tra banche e startup. Migliaia di clienti si sono trovati senza accesso ai propri fondi, fondi che sono sempre stati dichiarati protetti dalla FDIC, l’equivalente italiano di Banca d’Italia che protegge i depositi presso le banche italiane, e tecnicamente lo erano ma le banche hanno sostenuto che i rapporti con i clienti non li intrattenevano loro ma l’intermediario BaaS . Questo ha messo in discussione il ruolo delle “banche sponsor” che lavorano con le fintech per offrire prodotti finanziari, e ha portato ad una nuova stretta da parte del regolatore americano.
Prima ancora di Synapse, però, l’approccio della FDIC e del Consumer Financial Protection Bureau (CFPB) era già sotto accusa per aver ostacolato l’innovazione con un eccesso di norme e circolari. Organizzazioni come l’American Fintech Council hanno criticato la FDIC per un modello di “regolamentazione attraverso repressione,” mentre il CFPB è stato accusato di estendere troppo il proprio controllo, indagando su aziende come PayPal, Klarna e Affirm.
Con la nuova amministrazione Trump, ci si aspetta un cambiamento significativo. Secondo le voci, il team del presidente eletto punta a ridimensionare o persino eliminare enti regolatori come la FDIC e il CFPB. Elon Musk, co-leader dell’iniziativa governativa “Department of Government Efficiency,” ha persino proposto di abolire il CFPB in un post sui social media. Si prevedono inoltre sostituzioni a livello di managment per garantire un approccio più favorevole alle imprese.
Tornano le IPO
Dopo un periodo di declino, le aziende fintech quotate in borsa stanno mostrando segnali di ripresa. L’Ark Fintech Innovation ETF – un ETF, ovvero un portafoglio che replica un indice azionario dei titoli delle società Fintech -, ad esempio, ha registrato un incremento del 34% nel 2024. Alcune società, come Klarna e Chime Financial, hanno già avviato i preparativi per la quotazione in borsa, aprendo la strada a potenziali nuove IPO per aziende come Stripe e Plaid.
Secondo Matt Streisfeld, proprietario di Oak HC/FT – Oak HC/FT è una società di investimento focalizzata su settori ad alta crescita-, il mercato si sta lentamente stabilizzando, e il 2025 potrebbe vedere un incremento di quotazione. Tuttavia, non tutte le fintech sono pronte a compiere questo passo: molte devono ancora raggiungere le dimensioni necessarie per affrontare le sfide del mercato pubblico. Per alcune startup, l’acquisizione da parte di grandi attori potrebbe rappresentare una strategia migliore rispetto alla quotazione, come dimostra l’acquisto di MoneyLion da parte di Gen Digital per 1 miliardo di dollari appena concluso.
La crescita dei pagamenti in criptovalute
Le criptovalute stanno guadagnando terreno, soprattutto dopo che Bitcoin ha superato per la prima volta nella sua vita la soglia dei 100.000 dollari, poco dopo la vittoria di Trump alle elezioni. La nuova amministrazione americana, favorevole alle criptovalute, sta aprendo la strada a tecnologie come le stablecoin, particolarmente utili per i pagamenti internazionali. Ad esempio, Stripe – leader nei gateway dei pagamenti merchant – ha acquisito Bridge, una startup specializzata in stablecoin, per sviluppare un’infrastruttura globale per i pagamenti. Anche PayPal sta ampliando i propri servizi, permettendo agli utenti di acquistare, detenere e vendere criptovalute, oltre a utilizzare la propria stablecoin PYUSD per pagamenti transfrontalieri.
Startup come YellowCard stanno entrando nel mercato per risolvere il problema dei costi elevati dei bonifici internazionali. Nel 2024, questa azienda ha gestito oltre 3 miliardi di dollari in transazioni crypto.
Sebbene alcune aziende attendano una maggiore chiarezza normativa prima di investire in stablecoin, altre stanno già esplorando il potenziale di questa tecnologia. Secondo Jack Zhang, CEO di Airwallex, le stablecoin potrebbero trasformare casi d’uso come la gestione di pagamenti internazionali e stipendi distribuiti, rendendole un’opzione interessante una volta che regolamenti più chiari saranno in vigore.
Sul radar, per il 2025, da monitorare anche l’iSwiss di Aleo Christopher, che già da due anni ha avviato il progetto di stablecoin e-lira, integrato in un sistema di compensazione con SEPA e SWIFT. La Società svizzera, per quanto più attiva nei servizi borsistici e di cartolarizzazione, ha annunciato per il 2025 il lancio dei conti correnti per i privati e dei pagamenti in criptovalute tramite le carte di credito Visa e Mastercard.