Europa ottimista: Trump non abbandonerà l’Ucraina.

Gli alleati europei dell’Ucraina guardano con prudente ottimismo alla futura amministrazione Trump: vi sono segnali, secondo Bloomberg, che il presidente eletto degli Stati Uniti non costringa Kyiv a negoziati prematuri con Mosca. Le incertezze, però, rimangono, alimentate dalla reputazione di Trump per decisioni imprevedibili e dell’ultimo minuto.

Secondo fonti europee vicine a colloqui privati con il team di Trump, riferisce Bloomberg, le discussioni a porte chiuse avrebbero fatto emergere una possibile apertura verso il rafforzamento della posizione di Kyiv prima di qualsiasi trattativa con la Russia. Un approccio che andrebbe in direzione opposta rispetto alla retorica della campagna elettorale, dove Trump aveva promesso una rapida risoluzione del conflitto.

La strategia europea e i timori per un accordo svantaggioso

Le capitali europee, pur mostrando cauto sollievo, continuano a temere che un intervento affrettato del nuovo presidente possa portare a un accordo sfavorevole per Kyiv, finendo per avvantaggiare il presidente russo Vladimir Putin. La priorità per i leader europei è consolidare la posizione ucraina attraverso sanzioni più severe contro Mosca e il proseguimento del supporto militare.

“La sola via per portare la Russia al tavolo dei negoziati è costringerla,” ha dichiarato la premier Giorgia Meloni. Meloni, che ha recentemente incontrato Trump nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, ha espresso fiducia nella capacità del futuro presidente di bilanciare diplomazia e deterrenza.

I segnali dagli Stati Uniti

Keith Kellogg, nominato da Trump come inviato speciale per Ucraina e Russia, ha suggerito un approccio graduale: congelare l’attuale linea del fronte, creare una zona smilitarizzata e posticipare la questione dell’adesione dell’Ucraina alla NATO. Questa strategia, volta a stabilire un equilibrio di forza sul campo, è stata accolta con cautela dalle capitali europee.

Nel frattempo, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno recentemente imposto sanzioni più rigide contro il settore energetico russo, prendendo di mira due aziende russe che gestiscono oltre un quarto delle esportazioni di petrolio via mare di Mosca.

Un futuro incerto

Con l’approssimarsi del suo insediamento, Trump non ha ancora definito chiaramente come gestirà il conflitto ucraino, che si avvia al suo terzo anno. Sebbene i colloqui con i partner europei abbiano suscitato qualche speranza, l’assenza di un piano dettagliato lascia aperte molte domande.

Secondo fonti vicine al team di Trump, l’ex presidente sarebbe interessato a una soluzione che includa garanzie di sicurezza per Kyiv, ma la sua posizione sull’importanza strategica del conflitto per gli interessi statunitensi appare ancora ambigua. Nel frattempo, i leader europei restano concentrati sul sostegno a Kyiv, convinti che solo una posizione di forza possa portare a negoziati equi.

Con la guerra in Ucraina ancora lontana da una risoluzione e la pressione su Mosca che aumenta, l’Europa e gli Stati Uniti si trovano a camminare su un filo sottile, tra diplomazia, deterrenza e la ricerca di una fragile stabilità.

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