Nel periodo gennaio-novembre 2024, l’export italiano ha mostrato una sostanziale stabilità rispetto allo stesso intervallo del 2023, registrando un lieve calo dello 0,7%. Tra i settori che hanno contribuito maggiormente alla crescita si segnalano la gioielleria (+20,1%), gli articoli sportivi, i giochi, gli strumenti musicali, i prodotti preziosi e medici, e altre categorie non classificate. In aumento anche i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco (+7,8%) e i farmaceutici e chimico-medicinali (+7,6%). Al contrario, i settori che hanno subito le perdite più marcate includono gli autoveicoli (-16,4%), il coke e i prodotti petroliferi raffinati (-15,9%), il comparto dei trasporti (-10,8%, con gli autoveicoli in particolare a -16,4%), i metalli di base e derivati (-3,8%) e gli articoli in pelle (-8,3%).
Per quanto riguarda i mercati esteri, nello stesso periodo, le esportazioni verso i Paesi extra UE hanno segnato una crescita dello 0,9%. Tra i mercati in crescita spiccano la Turchia (+25,8%, sostenuta in gran parte dalla gioielleria), i Paesi ASEAN (+8,3%) e l’area OPEC (+7,6%). Tuttavia, si registrano cali significativi verso Cina (-21,1%), Germania (-5,1%) e Stati Uniti (-3,6%). Le esportazioni verso l’UE, invece, hanno subito una flessione del 2,1%.
Il mese di dicembre sarà cruciale per stabilire se l’export totale del 2024 riuscirà a superare il valore dell’anno precedente, pari a 626 miliardi di euro. A novembre 2024, si è osservato un incremento dell’1,4% rispetto a ottobre, trainato principalmente dai mercati extra UE (+6,1%), mentre l’area UE ha segnato un calo del 2,9%.
Confrontando novembre 2024 con lo stesso mese del 2023, le esportazioni hanno registrato una flessione del 2,7%, attribuibile in gran parte al calo nei mercati europei (-6%), contro una sostanziale tenuta nei mercati extra UE (+0,9%). Tra i principali cali europei figurano Austria (-20,9%), Germania (-7,5%), Belgio (-8,6%), Francia (-4,5%), Polonia (-9,9%) e Romania (-8,5%). In compenso, i mercati extra UE hanno mostrato crescite significative verso Turchia (+38,9%), area OPEC (+19,3%) e Regno Unito (+12,9%), mentre le esportazioni verso Stati Uniti (-11%) e Cina (-19,2%) sono diminuite.
A livello europeo, il tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti resta un punto cruciale, con trattative ancora in corso a livello comunitario per ottenere un accordo favorevole. L’andamento dei mercati trova riscontro nei settori produttivi: i principali contributi negativi derivano dagli autoveicoli (-32,8%), dai macchinari e apparecchiature (-8,5%), dai prodotti petroliferi raffinati (-20,8%) e dagli articoli in pelle (-13,1%).
Nonostante le difficoltà in alcuni comparti, vi sono segnali incoraggianti in altri. Su base annua, sono cresciute le esportazioni di farmaceutici e chimico-medicinali (+17,9%), articoli sportivi, giochi, strumenti musicali e strumenti medici (+24,3%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+3,0%). In un contesto caratterizzato da incertezze per il settore automobilistico e quello della moda, emergono opportunità da sfruttare nei comparti alimentare, farmaceutico e aerospaziale, con potenzialità di crescita legate anche a un possibile miglioramento in mercati oggi difficili, come Cina e Russia.