Fisco più severo: per IMU e TARI pignoramenti più rapidi, anche in caso di ricorso.

Dopo un lungo iter, la riforma della fiscalità locale sta per giungere a conclusione, rappresentando uno degli ultimi tasselli dell’attuazione della delega fiscale. Durante la Conferenza Ifel sulla finanza locale tenutasi a Roma, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha annunciato che il decreto potrebbe essere presentato al Consiglio dei ministri entro un mese. Lunedì si terrà un incontro con le amministrazioni locali presso il Ministero dell’Economia per definire il testo definitivo, che sarà poi esaminato dalla Conferenza Unificata e dal governo.

Contenuti della bozza

La proposta normativa, composta da 33 articoli, introduce importanti cambiamenti volti a migliorare l’efficienza della riscossione tributaria. Da un lato, prevede incentivi per favorire il pagamento volontario delle imposte, mentre dall’altro introduce misure più rigide nei confronti di chi accumula debiti fiscali senza regolarizzarli.

Una delle principali novità riguarda la riduzione del tempo a disposizione per l’attivazione delle procedure esecutive in caso di mancato pagamento di tributi locali come Imu e Tari: si passerà dagli attuali 180 giorni a soli 60, equiparando i tempi di esecutività tra coloro che presentano ricorso e chi non lo fa.

Opportunità di sanatoria e riduzione delle sanzioni

Il provvedimento permetterà agli enti locali di attuare misure di regolarizzazione agevolata per i contribuenti, consentendo la riduzione o l’eliminazione di sanzioni e interessi per chi regolarizza la propria posizione entro almeno 60 giorni dalla pubblicazione dell’atto. Tuttavia, le Regioni non potranno estendere tali agevolazioni all’Irap.

Un altro aspetto significativo riguarda la riduzione delle penalità: la sanzione per l’omessa dichiarazione verrà fissata al 100% (rispetto all’attuale 100-200%), mentre per le dichiarazioni infedeli il tetto massimo scenderà al 40% (dall’attuale intervallo del 50-100%).

Agevolazioni per pagamenti con addebito diretto

Per incentivare il pagamento tempestivo, il decreto prevede benefici per i contribuenti che optano per l’addebito automatico delle imposte su conto corrente. Gli enti potranno definire uno sconto massimo del 20% o stabilire una riduzione fissa alternativa alla percentuale prevista dal Dl 34/2020. Inoltre, sarà estesa ai tributi locali la possibilità di accordi di transazione fiscale per chi si trova in difficoltà economiche.

Contrasto all’elusione nel settore del noleggio auto

Una misura specifica è volta a combattere il fenomeno dell’elusione fiscale nel settore del noleggio auto senza conducente, che si concentra in alcune province del Nord Italia. A partire dal 2026, l’imposta provinciale di trascrizione sarà vincolata alla sede operativa effettiva dell’azienda, evitando registrazioni fittizie per ottenere vantaggi fiscali.

Nuove regole sulle compartecipazioni fiscali

Per rafforzare il federalismo fiscale, il decreto introduce modifiche sulle compartecipazioni tributarie. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito che questa riforma rientra tra le misure fondamentali del Pnrr. Mentre per Province e Città metropolitane verrà sostituita la Rc Auto con una quota di compartecipazione all’Irpef, per i Comuni non è ancora stato individuato un gettito sostitutivo adeguato. Il testo stabilirà criteri per il riparto delle risorse tra i vari enti locali, prevedendo meccanismi perequativi per garantire equità nella distribuzione.

Problemi di riscossione e sostenibilità finanziaria

L’efficacia della riscossione locale è una questione centrale, specialmente per i Comuni del Mezzogiorno, dove i mancati incassi sono particolarmente elevati. Secondo i dati Ifel, il fondo crediti di dubbia esigibilità ha raggiunto i 6,3 miliardi di euro, con il 47% concentrato nelle regioni meridionali. Il presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, ha espresso preoccupazione per la tenuta dei servizi pubblici, evidenziando che l’aumento dei costi per il welfare e le spese per i minori sta mettendo a dura prova i bilanci comunali.

L’idea di un aumento della tassazione locale non appare praticabile, sia per il livello già elevato della pressione fiscale in Italia, sia per motivi politici. Come sottolineato dal presidente dell’Ifel, Alessandro Canelli, una manovra in tal senso andrebbe in contrasto con la strategia del governo di ridurre le tasse anziché aumentarle.

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