Negli ultimi mesi, l’economia russa è stata al centro di numerose dichiarazioni e dibattiti, sia interni che internazionali. Vladimir Putin, durante un incontro con imprenditori dell’Estremo Oriente, ha affermato che la Russia è diventata la più grande economia d’Europa e la quinta a livello globale. Tuttavia, questa valutazione si basa su un parametro specifico: il parità di potere d’acquisto (PPA). Questo criterio, pur utile in alcuni contesti, non offre un quadro realistico della forza economica internazionale, soprattutto quando si parla di commercio globale o di PIL pro capite, dove la Russia si colloca al 55° posto, dietro tutti i Paesi dell’Unione Europea eccetto la Bulgaria.
I BRICS e la sfida al G7: un confronto controverso
Le agenzie di stampa russe, come RIA Novosti, hanno dichiarato che i Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) hanno superato il G7 in termini di contributo al PIL globale. Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela che il PIL combinato dei membri storici del BRICS è ancora inferiore a quello dei soli Stati Uniti, senza considerare gli altri Paesi. La crescita economica di alcuni membri del blocco è notevole, ma l’uso del PPA come parametro principale gonfia artificialmente i numeri. Questo approccio risulta poco serio quando si analizzano i mercati globali, dove contano di più i tassi di cambio e gli scambi commerciali.
Un’economia in bilico tra crescita e militarizzazione
Putin ha dichiarato che l’economia russa sta seguendo un percorso equilibrato senza essere trasformata in un’economia di guerra. In realtà, il settore militare-industriale sta crescendo rapidamente, mentre gli altri settori dell’economia mostrano segni di stagnazione. Questo squilibrio ha conseguenze importanti: la produzione bellica, pur essendo un motore per alcuni segmenti dell’industria, non contribuisce in modo significativo alla domanda interna. Il risultato è un aumento dell’inflazione, spingendo la Banca Centrale a innalzare i tassi di interesse, rendendo più difficile l’accesso al credito per imprese e cittadini.
Inflazione e potere d’acquisto: una realtà divergente
Putin ha rassicurato affermando che i salari reali stanno crescendo più velocemente dell’inflazione, garantendo una stabilità economica. Tuttavia, i prezzi dei beni di prima necessità stanno aumentando a un ritmo superiore rispetto agli indicatori ufficiali di inflazione. Questo fenomeno riduce il potere d’acquisto delle famiglie, creando una discrepanza tra le statistiche ufficiali e la realtà vissuta dalla popolazione.
Le sanzioni occidentali e le risposte russe
La narrativa ufficiale russa sostiene che le sanzioni imposte dall’Occidente abbiano colpito principalmente i Paesi che le hanno introdotte, privandoli di risorse energetiche a basso costo. Si afferma che queste misure abbiano portato a una crisi energetica in Europa, aggravata dai costi della transizione verso l’energia verde. Tuttavia, i dati mostrano che l’Europa ha saputo diversificare le sue fonti di approvvigionamento, riducendo la dipendenza dal gas e dal petrolio russi senza subire gravi contraccolpi economici.
Propaganda e narrativa mediatica
Uno degli strumenti principali della politica interna ed estera russa è l’uso della disinformazione per influenzare l’opinione pubblica. La propaganda russa ha spesso attribuito dichiarazioni inesistenti a leader occidentali per rafforzare la propria narrativa. Per esempio, Ursula von der Leyen è stata accusata di aver imputato alla Russia i cambiamenti climatici, ma questa affermazione non è mai stata pronunciata dal leader europeo. Altre storie inventate includono presunti piani occidentali per dividere l’Ucraina o notizie sensazionalistiche sulla vita privata del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e della sua famiglia, come l’acquisto di auto di lusso o proprietà all’estero, tutte basate su fonti dubbie o falsificate.
Molte di queste dichiarazioni vengono diffuse anche in Europa e riprese, in malafede, o spesso solo per incompetenza, dai alcuni giornali europei o politici di estrema destra. Da un punto di vista economico, non vi è alcuna partita seria che la Russia può giocare, che ha – lo ricordiamo – il 55° posto al mondo per il PIL. E nemmeno i paesi BRICS sono disponibili a mettere in gioco le loro relazioni con gli Stati Uniti e l’Europa per scegliere la Russia. La Russia, più che altro, viene utilizzata per propri giochi negoziali e per strappare maggio concessioni e favori dall’Occidente.