L’UE valuta il ritorno al gas russo: polemiche e tensioni tra gli alleati dell’Ucraina

I funzionari dell’Unione Europea hanno iniziato a discutere se gli Stati membri dovrebbero riprendere l’acquisto di gas naturale russo tramite gasdotto nell’ambito di un potenziale accordo sulla guerra in Ucraina. Lo ha riportato il Financial Times il 30 gennaio, citando fonti interne.

I sostenitori di questa idea ritengono che la ripresa delle forniture di gas russo potrebbe contribuire a ridurre i prezzi dell’energia in Europa, spingere le autorità russe a sedersi al tavolo delle trattative e fornire a entrambe le parti del conflitto un incentivo a instaurare e mantenere un cessate il fuoco. Tuttavia, il solo fatto che questa proposta sia stata discussa ha già suscitato forti reazioni negative tra i più stretti alleati dell’Ucraina nell’UE, scrive il quotidiano britannico.

Secondo tre fonti vicine ai negoziati, alcuni funzionari in Germania e Ungheria avrebbero espresso il loro sostegno all’iniziativa. La proposta ha trovato appoggio anche in alcuni altri Paesi europei, che la vedono come un’opportunità per abbassare i costi dell’energia. “Alla fine, tutti vogliono ridurre il costo dell’energia”, ha dichiarato un alto funzionario dell’UE.

Tuttavia, l’ipotesi di ripristinare le importazioni di gas russo ha suscitato indignazione tra i funzionari di Bruxelles e in diversi Paesi dell’Europa orientale. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, infatti, molte nazioni hanno cercato di ridurre la dipendenza dell’UE dalle risorse energetiche di Mosca. “È una follia. Quanto dobbiamo essere ingenui per considerare persino questa opzione?”, ha affermato un funzionario europeo citato dal Financial Times.

L’ufficio del presidente ucraino non ha risposto alle richieste di commento sulla questione.

La dipendenza dal gas russo e il nuovo scenario energetico

Prima della guerra, il gas russo trasportato via gasdotto rappresentava circa il 40% delle forniture complessive di gas dell’UE, con la Germania come principale importatore. Nel 2024, questa quota si era già ridotta al 10%, e nel gennaio 2025 è scesa ulteriormente dopo che l’Ucraina ha interrotto il transito del gas russo sul proprio territorio. Attualmente, l’unico gasdotto ancora attivo che porta gas russo in Europa è il TurkStream, attraverso la Turchia, da cui dipende l’Ungheria. Anche la Slovacchia si è espressa a favore della ripresa del transito attraverso l’Ucraina.

Nonostante la riduzione dell’importazione di gas via gasdotto, l’Europa rimane un acquirente chiave del gas naturale liquefatto (GNL) russo, che è più costoso del gas trasportato via pipeline. Nel 2024, le esportazioni russe di GNL hanno raggiunto un livello record di 33,6 milioni di tonnellate, con oltre la metà di questo volume destinato ai Paesi europei. Tra i principali acquirenti figurano Francia, Spagna, Belgio e Paesi Bassi.

Pressioni dagli Stati Uniti

Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha minacciato di imporre dazi sull’Unione Europea se i Paesi membri non aumenteranno gli acquisti di gas naturale liquefatto americano. Il Financial Times sottolinea che le discussioni interne all’UE sul possibile ritorno al gas russo hanno allarmato gli esportatori statunitensi di GNL, che cercano di concludere contratti a lungo termine con le aziende europee.

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